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Studio insegnamento Teista e Monista Assolutista
Umberto nel box dove c'è scritto teista monista e Monista Assolutista , sotto si scriverà, Leggi ancora o di più, o approfondimenti. al momento che loro cliccano si apre la pagina e leggono il testo.
Secondo il non-dualismo la realtà non è né fisica né prettamente mentale, ma piuttosto consiste in un ineffabile ed indescrivibile stato di realizzazione superiore. Infatti non è possibile esperire e descrivere la non-dualità in maniera oggettiva (perché sarebbe in sé un atto dualistico di relazione soggetto-oggetto o osservatore-osservato); è possibile però cercare uno stato soggettivo di consapevolezza non-dualistica, mediante percorsi filosofici, religiosi e mistici come ad esempio lo Yoga e la meditazione. Le terminologie utilizzate quindi per definire l'essenza della realtà sono le più diverse: "Spirito" (Aurobindo), "Brahaman", "Dio", "L'Uno", "Il tutto" (Plotino), "Il Sé" (Ramana Maharishi), (Sheling), "la volontà" (Schopenhauer).
Lo stesso argomento in dettaglio: Advaita Vedanta.
«Come il movimento di un tizzone ardente sembra avere una linea dritta o curva, così la coscienza in movimento appare essere il conoscitore ed il conosciuto.
Come il tizzone ardente quando non è in moto diviene libero dalle apparenze e dalla nascita, così la coscienza quando non è in movimento rimane libera dalle apparenze e dalla nascita.»
Mandukia Upanishad, IV, 47-48)
L'Advaita è forse la tradizione non-duale per eccellenza (il termine "non-dualismo" è infatti la traduzione di advaita, in sanscrito: a, alfa privativo e dvaita, duale), nata in India intorno all'Viii secolo dall'interpretazione del filosofo Adi Shankara dei sacri testi Vedanta. Questi sono parte dei sei sistemi Filosofici induisti (detti Darshana), basati sui Veda e sulle Upanisadd che definiscono l'ultima monade come senza forma, pura completezza e beatitudine, impersonale, senza parti né parzialità, l'ineffabile substrato Metafisico di tutto ciò che esiste: il Brahaman. È tuttavia importante notare come non tutte le interpretazioni dei Vedānta siano di tipo non-duale.
Secondo questa filosofia l'Atman (il Sé individuale) e il Brahaman (la realtà trascendente) sono indivisibili "come l'aria entro la brocca è identica e indivisibile dall'aria fuori della brocca" (Mandukya Upanisad).
Ma l'Induismo è monistico anche al di là del non-dualismo Advaita, fino ad arrivare al Rig Veda nel quale si inneggia ad un essere-non-essere, ad un respiro privo di respiro, dal quale una forza immanente viene auto proiettata nell'esistenza cosmica. Tale pensiero monistico si estende anche ad altri sistemi spirituali come lo Yoga ed il Tantra.
Un altro tipo di monismo viene definito monismo qualificato, insegnato dalla scuola di Ramanuja o Vishishtadvaita, che considera l'universo come parte di Dio o Narayana, un tipo di Panteismo, popolato da una pluralità di anime all'interno di questo "Essere supremo". In altre parole, questo tipo di monismo o Teismo monistico è un tipo di monoteismo prevalente presso la cultura Indù, (con rispetto verso la cultura dualista Dvaita, che include il concetto panteistico e monistico di Dio personale inteso come Essere supremo, universale e onnipotente). Nel teismo monistico Dio è sia immanente che trascendente. In alcune tradizioni occidentali monoteistiche, Dio è visto solo come essere trascendente; è così assente il concetto di Divinità come essere presente in tutte le cose.et
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